Biologico, serve un Testo Unico

8 Luglio 2017

Un Testo Unico per la legislazione sul biologico. E’ la proposta avanzata da Coldiretti in occasione dell’audizione in Commissione agricoltura del Senato sui Disegni di legge n. 2811 e n. 523 aventi come obiettivo quello di introdurre una disciplina quadro in materia di coltivazioni bio.

In merito, Coldiretti ha evidenziato che sulla predisposizione dei due disegni di legge sull’agricoltura biologica, pur condivisibili, serve un’approfondita riflessione, in quanto esiste già al momento un complesso ed analitico quadro normativo sia a livello comunitario che nazionale.

Il settore è attualmente disciplinato dalla legislazione comunitaria, per quanto riguarda la produzione biologica, l’etichettatura e i controlli, nonché da numerosi decreti ministeriali applicativi che sono sul piano normativo uno strumento più rapido e flessibile della legge in quanto consentono di essere modificati sulla base del veloce succedersi degli interventi della legislazione comunitaria che in questo settore sono molto frequenti.

Inoltre, è da tempo in discussione da parte dell’Ue una riforma complessiva dell’impianto legislativo esistente che sta però incontrando notevoli difficoltà a causa dell’ampia divergenza di vedute da parte degli Stati membri su alcuni aspetti importanti che la Commissione Ue vorrebbe introdurre. Si pensi, ad esempio, alla soglia di declassamento del prodotto biologico in caso di contaminazione con sostanze non autorizzate, al riordino del sistema di controllo, alla sostituzione del principio di equivalenza delle importazioni con il principio di conformità, alla coltivazione in biologico di colture fuori suolo, all’eliminazione delle deroghe relative alle sementi ed al settore della zootecnia, per elevare gli standard di qualità delle produzioni biologiche.

Ammesso che i disegni di legge, coordinati in un unico testo, siano approvati in via definitiva, il contributo migliorativo che possono arrecare all’agricoltura biologica non può che essere limitato visto che gli aspetti che incidono sullo sviluppo del settore possono essere disciplinati solo dalla normativa comunitaria e, nonostante il passo avanti compiuto con l’approvazione da parte del Consiglio agricoltura Ue del nuovo mandato, si è ancora lontani dal raggiungimento di un accordo tra Consiglio, Commissione e Parlamento.

Oltretutto, gli ambiti di intervento del disegno di legge sono gli stessi della proposta di regolamento e di alcuni provvedimenti sui quali il Ministero delle Politiche Agricole sta già lavorando di concerto con tutti i soggetti della filiera, in attuazione del Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico approvato dalla Conferenza Stato Regioni il 25 marzo 2016.

Coldiretti ritiene che uno degli aspetti centrali resti quello dei controlli. In proposito, le norme dei due disegni di legge sono di fatto superate dal momento che il 16 giugno scorso è stato approvato, dal Consiglio dei Ministri, uno schema di decreto legislativo recante disposizioni di armonizzazione e razionalizzazione della normativa sui controlli in materia di produzione agricola e agroalimentare biologica, provvedimento che ha seguito, tra l’altro, un percorso anomalo in quanto, inspiegabilmente, non è stato oggetto di alcuna concertazione.

La norma attua la delega contenuta nel Collegato agricoltura e aggiorna la vecchia normativa sui controlli in biologico, adeguando le disposizioni anche alle sopravvenute leggi europee. Si tratta di un provvedimento che, a questo punto, è totalmente scollegato dai due disegni di legge e che ha come obiettivi rafforzare la tutela del consumatore; assicurare una maggiore tutela del commercio e della concorrenza; semplificare ed unificare, in un solo testo di legge, la materia dei controlli sulla produzione agricola biologica; e, ancora, rendere il sistema dei controlli più efficace anche sotto il profilo della repressione.

Secondo Coldiretti, pertanto, i due disegni di legge, in oggetto, devono, in realtà, essere resi compatibili con la nuova fisionomia che va assumendo il sistema dell’agricoltura biologica sia a livello nazionale che comunitario, mentre ciò che al momento manca è un Testo Unico delle norme di settore che andrebbero coordinate in un unico maxi provvedimento che attribuisca valore di norma anche a tutti quei provvedimenti di natura interpretativa o che, per altre ragioni, abbiano assunto forma di circolari ministeriali, visto il loro contributo nel rendere operativo il settore.

Infine, Coldiretti ritiene che lo sviluppo dell’agricoltura biologica richieda, accanto all’intervento del legislatore, anche un impiego mirato degli strumenti finanziari previsti dai Piani di Sviluppo Rurale a sostegno del settore risolvendo quelle criticità, da tempo note, che non hanno trovato risoluzione neanche nella recente programmazione 2014-2020. Questi consistono negli aiuti previsti dalle misure 10 ed 11, nonché dal Fondo costituito a seguito del prelievo fiscale introdotto sulla vendita di fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi chimica.