L’accordo col Giappone boccia le Dop italiane

13 Luglio 2017

Come purtroppo era prevedibile sul nuovo accordo commerciale con il Giappone pesano le concessioni accordate nell’ambito del trattato con il Canada (Ceta) con l’esclusione dalla tutela della stragrande maggioranza delle denominazioni Made in Italy riconosciute dall’Unione Europea e la coesistenza dei marchi privati già registrati con quelli a indicazione geografica.

E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che nell’accordo con il Giappone è prevista la tutela per l’intera Unione Europea di una lista di appena 205 indicazioni geografiche per prodotti alimentari, vini e bevande alcoliche a cui sarà riservata la protezione dell’articolo 23 dell’accordo TRIPS.

In altre parole su un totale di 3154 denominazioni dell’Unione Europea (1401 Dop/Igp/Stg e 1753 Doc/Docg/Igt) quelle tutelate sono appena il 6%. Come purtroppo è stato previsto dal CETA solo una parte, del tutto marginale, dei prodotti a denominazione di origine sarà tutelata se si considera che l’Italia da sola può contare su 533 vini e 291 prodotti alimentari a denominazioni di origine (Dop/Igp) riconosciute dall’Unione Europea.

“Si conferma dunque che l’accordo con il Canada è il cavallo di Troia delle politiche commerciali dell’Unione per portare alla volgarizzazione delle produzioni agroalimentari nazionali custodite da generazioni di agricoltori”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “la presunzione di chiamare con lo stesso nome alimenti del tutto diversi è inaccettabile perché si tratta di una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori sui mercati internazionali dove invece l’Italia e l’Unione Europea hanno il dovere di difendere i prodotti che sono l’espressione di una identità territoriale non riproducibile altrove, realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione e sotto un rigido sistema di controllo”.