Ok agli aiuti per i contratti di filiera di grano, mais, soia, legumi, carne e latte

1 Aprile 2020

Via libera dalla Conferenza Stato-Regioni al plafond di oltre 40 milioni di aiuti per rafforzare la filiera grano-pasta nazionale, puntando sulla qualità, le buone pratiche e favorendo sbocchi di mercato.
Il budget di 40 milioni è spalmato in 10 milioni per ciascun anno dal 2019 al 2022. Alle aziende agricole che hanno sottoscritto un contratto di filiera di minimo tre anni è riconosciuto un aiuto di 100 euro a ettaro per un massimo di 50 ettari e nel limite di 20mila euro per beneficiario.

L’obiettivo è di sostenere le aggregazioni e organizzazioni economiche dei produttori di grano duro, migliorare e valorizzare la qualità, favorire gli investimenti destinati alla tracciabilità e certificazioni della qualità del grano.
Si tratta di un intervento importante anche alla luce della conferma da parte del Governo dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine della materia prima della pasta finalizzato a promuovere e valorizzare il prodotto simbolo del made in Italy mettendolo al riparo da indicazioni che possano fuorviare le scelte dei consumatori.

Il Mipaaf ha annunciato che è stato raggiunto l’accordo con le Regioni anche sul decreto fondo Cun e sul decreto competitività delle filiere, che utilizza i fondi inseriti nella Legge di bilancio 2020. Per quest’ultimo provvedimento la disponibilità finanziaria è di 29,5 milioni di euro per i prossimi due anni ed è indirizzata ai settori per i quali è possibile sottoscrivere contratti di filiera e cioè, dopo il grano, il mais, i legumi e la soia. Anche per queste ultime coltivazioni il contributo è di 100 euro per ettaro con stanziamento di 11 milioni di euro per il mais e 9 milioni per legumi e soia.

Sono stati proposti anche interventi in favore di altre due filiere particolarmente colpite dall’emergenza Coronavirus: quella delle carni ovine e del latte di bufala. Per la prima si prevede un aiuto per le carni ovine IGP e da agnelli nati, allevati e macellati in Italia per 7,5 milioni di euro, pari per le imprese che allevano in 9 euro per ogni capo macellato e certificato IGP e fino a 6 euro per quelli non IGP.
Due milioni di euro sono destinati al latte di bufala un prodotto a forte rischio spreco per la chiusura di tutti gli esercizi della ristorazione e in particolare delle pizzerie.

E infine 200mila euro per il funzionamento delle Commissioni uniche nazionali (Cun) con l’obiettivo di favorire la formazione del prezzo indicativo nei settori dove sono attive le Cun e cioè suinicolo, cunicolo e avicolo.​